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07 - Chiesa dei Servi di Maria

La Chiesa dei Servi di Maria venne costruita nel 1762 inglobando anche l'antica cappella di San Barnaba che era stata donata alla nascente Confraternita nel 1717 dall'Arciv. Filippo Anastasio. Essa è a una sola navata, ricca di rilievi in stucco barocchi, opera del napoletano Cesare Storace (1773). Vi si accede attraverso una scala marmorea a due braccia arricchita da due grosse tele di Francesco De Sanctis (1602) che rappresentano San Marco Evangelista e San Carlo Borromeo, l'antico quadro dell'Assunta di Nicola Malinconico (1723), il tondo centrale dell'Eterno Padre in Gloria e la piccola scultura marmorea del Cristo Morto opera del celebre Sammartino. La scalinata porta a un ampio vestibolo (a cavallo della sottostante strada) ove sono posti due pannelli maiolicati provenienti dall'antico pavimento della chiesa opera di Ignazio Chiaiese (1774), la tela di San Stanislao Kostka di Lorenzo Giusto (1834) e la statua lignea interamente dorata di San Catello, opera del 1600. Attraverso due ingressi si passa al sacro tempio ove, sull'altare marmoreo, opera dell'artista napoletano Antonio Troccoli (1772), troneggia il grande quadro dell'Assunta; nel presbiterio ci sono altre quattro tele più piccole raffiguranti gli Arcangeli. Altre sei tele delle stesse dimensioni si trovano lungo le pareti della chiesa e raffigurano altrettante feste della Madonna. Tutti questi quadri sono opera di Carlo Amalfi (1774). Interessanti ai lati dell'altare, sono sia il Presepe con pastori del 1700, che la cappellina dedicata alla Sacra Famiglia, con statuette del 1600 e numerosi reliquiari. Sulla cantoria, in alto entrando, vi è un grazioso organo dipinto con motivi floreali e impreziosito da intagli e cimase di legno dorato, opera del napoletano Nicola Mancini (1773). Nel corridoio che porta alla sagrestia sono sistemati molti quadri, maioliche, documenti e carte geografiche francesi del 1700. Nelle sale successive si trovano i libri dell'antica biblioteca dei francescani, con manoscritti e interessanti libri che vanno dal 1500 al 1800, acquistati dalla confraternita dal Demanio nel 1860, e molti quadri raffiguranti i fondatori, vescovi e canonici sorrentini. Infine la graziosa statuetta dell'Assunta, con una sfarzosa veste del 1700, intessuta d'argento con ricami in oro e guarnita da perline, granati e lapislazzuli, unico lavoro del genere che ritrova in diocesi. Nella vetrina centrale sono posti, oltre ai vari reliquiari, anche molte suppellettili sacre, in argento, sia del 1700 che del 1800. Di notevole interesse sono le due statuine in legno della Madonna e S. Giuseppe "un esempio di pastori che incominciano a apparire nelle chiese e oratori del napoletano verso la fine del 1300" (G. Borrelli). Nel grande salone capitolare si ammira la grande biblioteca sistemata nella scaffalatura settecentesca dell'antica farmacia "Leone" e numerosi quadri di F. Greco, Ribera, G. Battista Lama, A. e C. Amalfi, consolles in legno intagliato e dorate del 1700 e statuette dello stesso periodo. Nella vetrinetta centrale vi sono preziosi calici, ostensori, pissidi e messali in argento del 1700 e 1800; il pavimento maiolicato di I. Chiaiese, che anticamente adornava il presbiterio. Nella sagrestia vi è un mobile in finissima radica di noce, statue lignee di santi del 1600 e quadri, tra cui due di F. De Mura. Inoltre si possono ammirare paramenti riccamente ricamati in oro e argento che vanno dal 1600 al 1800, in seta o damaschi di San Leucio, unici per ricchezza, fantasia e perfetta conservazione.

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