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20 - La villa comunale

La villa comunale è il simbolo della rinnovata identità turistica della città di Sorrento della seconda metà dell’800. La villa fu progettata dall’ingegnere Enrico Smith e sorse nel giardino dell’ex convento di S. Francesco. L’utilizzo del suddetto giardino in un primo momento era affidata all’hotel Tramontano, ma nel 1876 il comune ne revocò la concessione per iniziare i lavori di trasformazione dei giardini della villa comunale. Nei primi anni dopo l’inaugurazione, la villa venne aperta durante i mesi invernali solo di giorno, mentre durante i periodi estivi anche di sera, per creare un polo di incontro per i numerosi turisti già presenti a Sorrento. La villa presenta una planimetria delle aiuole e una simmetria del viale alberato, che rispecchia i canoni all’inglese dell’epoca. All’interno della villa sono conservati tre busti marmorei. Il primo appartenente a Francesco Saverio Gargiulo, esimio magistrato, docente e capo della Segreteria della Presidenza del Consiglio dei ministri italiano; il secondo a Bartolomeo Capasso, noto storico archivista italiano a cui è dedicata anche la biblioteca comunale; il terzo a Salve d’ Esposito a cui è dedicata la villa (come riportato sul cancello di ingresso). Quest’ultimo, compositore e direttore di orchestra napoletano, è ricordato per aver composto il brano “Anema e Core”.

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